IL GIOCO PER ME:
Ho deciso di modificare l'associazione che avevo attribuito al gioco nel brainstorming iniziale e sono arrivata ad una nuova definizione: il gioco è una seria sperimentazione della propria personalità, dettata da un voluttuoso panico.
IL GIOCO DALLA PARTE DI CHI INSEGNA:
Il gioco è un'attività fondamentale, in quanto permette a tutti gli alunni, anche ai più introversi, di risolvere con più facilità un problema, produrre idee originali, favorire la creatività, la spontaneità e l'espressività, coinvolgendo corpo e mente. Il vero apprendimento si realizza nel momento in cui si mette in gioco la propria identità. Come avevo già accennato nel brainstorming iniziale, credo che uno degli strumenti di apprendimento più efficaci che favoriscono la sperimentazione della personalità e di cui ogni insegnante dovrebbe servirsi sia il gioco di ruolo, la simulazione, l'immedesimazione. Per una effettiva comprensione da parte dell'alunno, spesso non sono sufficienti le semplici spiegazioni teoriche del docente; la drammatizzazione di un determinato argomento, invece, può risultare più efficiente. Il role playing è, dunque, una delle poche tecniche capaci di "sconfiggere" l'apprendimento mnemonico a favore di un reale apprendimento. Rappresenta, inoltre, uno stimolo per conoscersi meglio e creare coesione all'interno del gruppo classe.
In merito al gioco dal punto di vista di chi insegna, dunque, il mio pensiero rafforza i concetti già espressi nel brainstoming iniziale.