Il Laboratorio di Metodologie del gioco e dell’animazione si è rivelato un’esperienza davvero
singolare, in quanto mi ha permesso di
sperimentare il gioco nelle sue molteplici sfaccettature e, soprattutto, di comprendere
la serietà del gioco stesso. Tra le tante attività ludiche che ci hanno coinvolto
ve ne sono alcune che mi sono rimaste impresse in modo particolare, dal momento
che nutro un particolare interesse per l’arte in tutte le sue forme e manifestazioni:
sto parlando dei giochi di Bruno
Munari, figura eclettica dello scorso secolo. Non avrei
mai pensato che da una semplice rosa di puntini neri potesse venir fuori il volto
sereno di una bimba paffuta, riccia e piena di nei (e che, probabilmente, mi somiglia
un po’!) o che un anonimo foglio di
carta rettangolare potesse dar vita ad un albero tridimensionale! Questa
esperienza mi ha fatto riflettere sull’importanza del gioco, della fantasia,
della creatività, insite nell’espressione artistica, per il benessere, lo
sviluppo e l’apprendimento del bambino. Credo sia fondamentale per un insegnante
favorire la libera espressione della
creatività. Si tratta di strumenti privilegiati attraverso i quali il bambino
comunica, con naturalezza e spontaneità, il suo vissuto interiore, la sua sfera
affettiva, relazionale ed emotiva. I bambini, soprattutto i più piccini, non
sono in grado di dare un nome alle proprie emozioni, per questo la libera espressione
artistica consente al bambino di intraprendere un viaggio nel suo mondo
interiore, di immergersi in una dimensione spazio/temporale tutta sua nella quale si sente al sicuro, a
proprio agio, libero di far emergere emozioni, paure, bisogni, ferite, ma anche
gioia e stupore, senza timore, anzi, aumentando la consapevolezza di sé. In
questo senso il creare è un’attività estremamente meditativa. L’interesse che il gioco creativo
suscita non consiste tanto nel risultato raggiunto, quanto nel processo
artistico in sé, nel percorso che si sceglie di intraprendere per produrre.
Munari, come la
Montessori, ci insegnano che non c’è bisogno di imporre ai nostri figli la
strada per la creatività: essa è profondamente radicata in ciascuno di noi sin
dall’ infanzia. Compito e dovere di ogni genitore/educatore è semplicemente quello di non sprecarla e di permettere a quel seme di germogliare nel
migliore dei modi, quindi di fornire ai bambini l’incoraggiamento, lo spazio,
gli strumenti e aiutarli a sperimentare, cercare e scoprire da soli con
autonomia, non dicendo cosa fare, ma come.
Concludo con un pensiero significativo di Bruno Munari:Conservare lo spirito dell’infanzia
dentro di sé per tutta la vita
vuol dire conservare
la curiosità di conoscere
il piacere di capire
la voglia di comunicare.
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